Comunicato stampa
Bella Cuba. Luoghi, Volti, Visioni.
Fotografie di Guido Schermi, Andrea Attardi, Xavier Llovet
mostra a cura di Ernesto Di Renzo e Yohana Pirez
Società Geografica Italiana – Palazzetto Mattei in Villa Celimontana – Roma – Via della Navicella 12
dal 14 al 30 aprile 2010: inaugurazione mercoledì 14 aprile ore 17
A conclusione del progetto “Autogoverno e partecipazione comunitaria per la gestione dell’area protetta di Guanabo-Cuba”, la Società Geografica Italiana, con il patrocinio dell’Ambasciata di Cuba in Italia, ospita dal 14 al 30 aprile 2010 la mostra fotografica “Bella Cuba. Luoghi, volti, visioni” con 30 scatti di Guido Schermi, Andrea Attardi e Xavier Llovet, autori che hanno raccontato l’isola con lo sguardo del fotoreporter, del pubblicitario e dello scrittore. La mostra, dedicata alla memoria di Guido Schermi, sarà aperta fino al 30 aprile tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 17, sabato e domenica dalle ore 10 alle 17.
Alla presentazione, mercoledì 14 aprile alle ore 17, intervengono Marco Cochi, Fabio De Lillo, Maurizio Gabbiotti, Paolo Giuntarelli, Giovanna Russo, con i saluti di apertura del presidente della Società Geografica Italiana Franco Salvatori. E’ prevista la partecipazione di S.E. Rodney A. López Clemente, Ambasciatore di Cuba in Italia.
«Troppo semplice e limitativo sarebbe, per chi li osserva, considerare gli scatti di Guido Schermi, Andrea Attardi e Xavier Llovet come la riproduzione fedele di una realtà da loro vissuta e individualmente fotografata. Così come altrettanto semplice e riduttivo sarebbe il volerli considerare come meri prodotti dell’arte estranei a qualunque intenzionalità di conoscenza o di interpretazione.
Ciò che infatti la mostra offre all’esperienza visiva dell’osservatore (e tramite questa alla sua intelligenza e alla sua emotività) è da concepirsi come la riuscita sintesi di soggettività e oggettività, etnografia e arte, verosimiglianza e metafora, descrizione densa e connotatività, fantasia creativa ed analogon della realtà. Così come, del resto, luogo di sintesi (e di sincrasi) è da concepirsi la stessa isola di Cuba; anzi, la stessa Bella Cuba, come ebbe a definirla il navigatore Colombo allorché, il 28 ottobre del 1492, le sue coste sinuose si profilarono al cospetto del suo sguardo europeo. Un’isola che da sempre si contraddistingue per la sua capacità di declinarsi all’insegna della più disparata e sorprendente coincidentia oppositorum, dove il passato coabita con il presente, il moderno con l’antico, il selvaggio con il domestico, l’urbano con il rurale, il bianco con il nero, la delicatezza con la ruvidità, l’utopia con la concretezza, dando talora luogo ad alchimie di estrema misura estetica: culturale, umana (razziale, direbbe qualcuno sbagliando), dello spazio fisico.
Quest’ultimo, soggiogato dall’uomo già due millenni prima che avesse inizio la nostra era volgare, all’occhio del non-cubano reca impresso una così intensa carica di esoticità geografica e di complessità esistenziale che solo in parte, ma con abile maestria, le fotografie sono in grado di comunicare. Fotografie che, commutando costantemente il registro discorsivo dalla graphía alla logía e decentrando l’inquadratura dai luoghi ai volti, dal grandangolare al particolare, dai pieni ai vuoti offrono uno sguardo “da vicino” di un mondo assai lontano, discosto, sospeso, a tratti destorificato su cui domina tra tutte la sensazione dell’altrove spazio-temporale. Un altrove che indirizza l’esperienza di chi osserva verso dimensioni del sentire cariche di ossimoriche suggestioni e di caleidoscopiche emozioni.»
(dalla presentazione di Ernesto Di Renzo)
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