Gabriele Basilico, un maestro capace di ascoltare.

Ci lascia, a soli 69 anni, Gabriele Basilico, uno dei più grandi fotografi degli ultimi 40 anni. Attraverso di lui e con le sue immagini abbiamo imparato a leggere il mutamento dei nostri contesti urbani fossero essi dovuti all’evoluzione dell’architettura o alle distruzioni della guerra.

Ci lascia, a soli 69 anni, Gabriele Basilico, uno dei più grandi fotografi degli ultimi 40 anni. Attraverso di lui e con le sue immagini abbiamo imparato a leggere il mutamento dei contesti urbani, fossero essi dovuti all’evoluzione dell’architettura o alle distruzioni della guerra.

“Le fotografie si fanno con i piedi». Si fanno misurando lo spazio con passi lenti prima di piantare il cavalletto, e poi aspettando con pazienza, con sguardo lento, che la pancia della macchina, obbediente, rumini e digerisca l’immagine.” [citazione di Gabriele Basilico nell’articolo del 14/2/2013 de La Stampa]

Gabriele BasilicoGabriele Basilico ci ha insegnato ad interpretare i volumi, ad entrare negli spazi, a cogliere quelle sfumature che solitamente ci lasciano indifferenti mentre non sono altro che la metrica di una lettura lucidamente critica.

Difficile raccontare un uomo che abbiamo conosciuto solo attraverso le immagini e per questo vi suggeriamo di leggere questi articoli che ci sembrano utili a definire un ritratto autentico di Gabriele Basilico:

L’occhio non muore mai. Dedicato a Gabriele Basilico

di Claudia Zanfi [Artribune, 14/2/2013]
Conversazione tra Basilico e Bill Owens, che si tenne a Venezia nei giorni dell’11esima Biennale di Architettura.

Gabriele Basilico. In memoriam

di Angela Madesani [Artribune, 15/2/2013]
 

E ancora, dall’ultima intervista fatta da Mario Calabresi [citata nell’articolo del 14/2/2013 de La Stampa] dove alla domanda di cosa gli sarebbe piaciuto fotografare ancora,

[Gabriele Basilico, n.d.r.] è rimasto un po’ in silenzio e poi si è aperto in un sorriso: “I porti. Tutte le città del mondo sono ormai fotografate e allora vorrei ricominciare dai porti. Sono i luoghi in cui la natura e l’architettura si integrano e si contrastano: ci sono le mie strutture industriali, ma non su uno sfondo piatto, ma sul mare e sul cielo. Questa è la perfezione.

Di certo non potremo vedere i porti fotografati da Gabriele Basilico, ma, sicuramente, quando ci capiterà di vederne uno non potremo fare a meno di immaginare come lui l’avrebbe interpretato.