Come definire Helmut Newton? Un fotografo di donne. Le ha fissate nell’immaginario collettivo in un modo completamente nuovo e contemporaneo, distante dallo stereotipo erotico tradizionalmente maschile, delineando la donna del XXI secolo.
In una battuta dello stesso Helmut Newton il suo punto di vista: “In fotografia ci sono due parole volgari: la prima è arte, la seconda è buon gusto. La bellezza è intelligenza. E il fascino non ha nulla a che fare con il denaro”.
Allora perchè le sue foto, siano esse di moda o di nudo, hanno un fascino che difficilmente le fa dimenticare?
Le donne di Newton sono astratte, fredde e, quando a colori, un po’ livide. E’ il suo modo di lasciarsi alle spalle il sentimento, il romanticismo. Questo è il fascino inconfondibile, e irraggiungibile nelle imitazioni, che caratterizza il lavoro di Newton sulla bellezza femminile, dove erotismo e seduzione si mescolano creando un nuovo archetipo di donna sofisticata, elegante ma anche provocatoria e pur sempre donna nella sua umanità.
Dice Karl Lagerfeld suo buon amico: “Nelle foto di Helmut non c’è mai scherno, né disprezzo. Non cerca di rendere ridicole le donne. Ha un modo tutto suo di idelizzare una realtà che non sempre è ideale. Ed è qui la sua fonte di ispirazione.” E ancora: “Tutto probabilmente inizia nella sua infanzia berlinese e nell’esser attratto dal mondo un po’ sordido dei quartieri bassi, da quel modo di guardare proprio del bambino che nell’Angelo azzurro frequenta la classe del professor Unrat.”
Quella curiosità Helmut l’ha portata sempre con se. E la moda, che ne ha decretato il successo come fotografo, è tuttavia solo un pretesto per la sua ricerca fotografica molto personale, spesso provocatoria, ricerca che non si è mai fermata, come non ha mai abbandonato la sua voglia di conoscere il mondo annotando nelle immagini ciò che lo colpiva di più: dagli scenari urbani ai paesaggi, dagli edifici enigmatici agli interni lussuosi di case o alberghi. Tutte notazioni che poi spesso si ritrovano nelle ambientazioni delle sue foto.
Come definire Helmut Newton? Un fotografo di donne. Le ha fissate nell’immaginario collettivo in un modo completamente nuovo e contemporaneo, distante dallo stereotipo erotico tradizionalmente maschile, delineando la donna del XXI secolo.”Il segreto [delle immagini di Newton dice Lagerfeld] risiede in quella specie di disponibilità, di distanza che si sente nelle donne. Le sue modelle non sono più ragazze, anche se spesso non hanno più di vent’anni. Helmut mostra solo adulti, esseri liberi e indipendenti, donne che pur non somigliando a Gayle Olinekova o Lisa Lyon, esprimono una grande sicurezza e una totale determinazione.”
Un’immagine per tutte per sintetizzare questa particolare visione: Charlotte Rampling, attrice inglese poco convenzionale e anticonformista, ritratta nuda, semplicemente seduta su un tavolo, in un lussuoso hotel, che per contrasto è sovrabbondante di particolari.
Una panoramica esaustiva del percorso e dell’opera di Helmut Newton si può avere oggi visitando la mostra “White Women, Sleepless Nights, Big Nudes”, che dopo il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum fuer Fotografie di Berlino è arrivata a Roma a Palazzo delle Esposizioni dove rimarrà fino al prossimo 21 luglio.
La mostra è stata curata personalmente dalla moglie di Newton, June, e da Matthias Harder e raccoglie 200 fotografie, al confine tra documento di moda e nudo artistico, già pubblicate in tre diversi libri fotografici di Helmut Newton. “White Women” (1976), il nudo entra nel mondo della moda e cambia il concetto stesso di fotografia di moda; “Sleepless Nights” (1978), immagini di servizi di moda realizzate specialmente per Vogue, e “Big Nudes” (1981), con le famose gigantografie di nudi che hanno fatto il giro dei musei di tutto il mondo.