FERDINANDO SCIANNA INCONTRA I DETENUTI DI BOLLATE

Ferdinando Scianna all’indomani dell’intervista fatta dai detenuti al maestro della fotografia sulle pagine della rivista Saluteingrata,  sarà a Bollate per parlare

Ferdinando Scianna Incontra i detenuti di Bollate- www.italianphotogallery.org

foto Contrasto

con loro dal vivo e raccontare ulteriori segreti della sua fucina creativa.
Mercoledì 15 aprile alle 14:30 Scianna incontrerà i detenuti della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate per presentare Visti&Scritti (pubblicato da Contrasto) e per raccontare come è nato questo libro che lega insieme immagini e parole. Nell’ambito dell’incontro si parlerà anche di Ti mangio con gli occhi (Contrasto) ed è previsto un reading da testi selezionati dei rispettivi volumi.

Visti&Scritti è il libro che chiude un ciclo personale, che si potrebbe definire il ciclo della memoria, che comprende tre volumi. Prima di quest’ultimo ci sono stati, Ti mangio con gli occhi (2013, Contrasto) e nel 2001 Quelli di Bagheria. Ciclo della memoria perché rievoca l’infanzia e la prima giovinezza di Ferdinando Scianna in Sicilia, ma anche perché si avvale del tema del cibo come innesco del racconto. Nell’ultimo libro il fotografo siciliano raccoglie 350 ritratti realizzati in oltre cinquanta anni di mestiere. Per ogni ritratto Scianna ha scritto un testo che lo accompagna, tentando quindi un grande affresco autobiografico. Libro memoria, libro specchio anche Visti&Scritti dunque.
Ma i tre titoli insieme propongono anche un nuovo percorso narrativo per Ferdinando Scianna. L’autore, infatti, sperimenta e propone dei libri nei quali le fotografie si coniugano in maniera stretta e inscindibile con la scrittura. Ha sempre dichiarato che l’obbiettivo centrale della sua idea di fotografia sono i libri. Ne ha pubblicati oltre quaranta e sono stati sempre al centro della sua riflessione su come finalizzare il proprio racconto fotografico. Ma una cosa è comporre un album di fotografie, altra cosa è scrivere un romanzo o un saggio, altro ancora concepire dei libri in cui questi due linguaggi ambiscano a un nuovo, diverso tipo di racconto, che non è possibile leggere prescindendo dalle immagini, né – guardando le immagini – prescindendo dalle parole che vi scorrono insieme (e non accanto).