Mostra collettiva "Di ombra in ombra"

Giovedì 1 luglio 2010, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra Di ombra in ombra a cura di Loredana Rea.

DI OMBRA IN OMBRAIl tema che fa da collante al percorso espositivo è l’ombra, intesa non solo come strumento essenziale della rappresentazione/ comprensione del reale, ma anche come primitivo stimolo alla creazione artistica. L’ombra infatti esiste da quando esiste l’arte, anzi secondo gli autori classici la pittura, e poi la scultura, ebbero origine quando si tracciò il contorno di un’ombra proiettata da un corpo umano.

Nel tempo il concetto di ombra ha accompagnato l’evoluzione dei linguaggi dell’arte, assumendo inevitabilmente significati e sfumature diverse, caricandosi talvolta di profonde valenze simboliche, a sottolineare la complessa lateralità delle riflessioni ad essa legate. Mentre l’obiettivo è innescare una serie di rimandi, percettivi e concettuali, che concretizzandosi nell’opera, possano avviare una dialettica tra realtà e illusione, tra presenza e assenza, ponendosi su una linea d’ombra.

Trentuno sono gli artisti invitati: Minou Amirsoleimani, Franca Bernardi, Françoise Calcagno, Primarosa Cesarini Sforza, Gabriella Di Trani, Yvonne Ekman, Anna Maria Fardelli, Marco Ferri, Giancarla Frare, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Vincenzo Ludovici, Marco Maffei, Giuliano Mammoli, Teresa Mancini, Venanzio Manciocchi, Rita Mele, Riccardo Monachesi, Elena Nonnis, Guido Pecci, Antonio Picardi, Teresa Pollidori, Renata Rampazzi, Fernando Rea, Rosella Restante, Maria Luisa Ricciuti, Alba Savoi, Elena Sevi, Silvia Stucky, Ilia Tufano, Oriano Zampieri.

Ognuno ha creato un’opera nelle dimensioni stabilite di 50×30 utilizzando la tecnica e i materiali più congeniali alla propria operatività. Si spazia quindi dalla pittura all’utilizzo di materiali eterogenei per esemplificare la molteplicità delle proposte linguistiche spesso molto distanti per formazione e risultati ed esaltare le differenze, le singolarità, le inevitabili diversità di orientamenti, che rappresentano il tessuto vitale della sperimentazione contemporanea.

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